(IL MONITORE - giugno 2003 - Pubblicato col titolo: "Il disinquinamento è fermo")
Come tutte le storie di Napoli, anche quella di Bagnoli è diventata una storia infinita. Sono passati molti, moltissimi anni da quando l’ILVA, poi ITALSIDER, spense l’ultimo altoforno e l’ultimo laminatoio, ma l’area di Bagnoli, invece di ritornare a somigliare al paradiso naturale, che doveva essere prima dell’era delle acciaierie, sembra sempre più un enorme museo di archeologia industriale. L’opera di disinquinamento sarebbe dovuta terminare proprio quest’anno, il 2003, ma purtroppo non risulta che sia nemmeno incominciata, se la (giusta) preoccupazione del governo centrale è che la regione Campania sappia come smaltire gli 800 metri cubi di rifiuti e detriti industriali che saranno prodotti. Il ministro per l’Ambiente, Altero Matteoli, d’accordo con il ministro Tremonti, ha infatti indotto quest’ultimo a subordinare la concessione dei finanziamenti previsti (70 milioni di euro) alla soluzione del non piccolo problema dello smaltimento di quella montagna di rifiuti. Non è cosa da poco per una città ed una regione, che, pur lavorando a braccetto, non sono capaci di sbloccare la questione della nettezza urbana (che investe peraltro tutti i comuni campani), perché non si riesce a decidere dove costruire il cosiddetto “termovalorizzatore”. Per inciso, vorremmo ricordare come ai tempi in cui il governatore era Antonio Rastrelli, il progetto dell’inceneritore (allora si chiamava così) fosse già in fase esecutiva, ma poi qualcuno non poté fare a meno di fare il ribaltone e non se ne fece più niente.
Ma torniamo a Bagnoli. Bassolino e la Iervolino, essendo evidentemente a corto di argomenti e di soluzioni concrete, non sanno far niente di meglio che abbandonarsi ad uno splendido colpo di teatro ed inviano un’accorata lettera niente meno che al presidente del Consiglio Berlusconi. Come se questi fosse lo zio d’America o potesse permettersi di eludere la legge per sbloccare i finanziamenti, che, come abbiamo visto, sono fermi non per la cattiva volontà o la malignità di qualcuno, ma semplicemente perché le leggi per la tutela ambientale vanno rispettate. Figuriamoci se una persona come Berlusconi, sempre nel mirino di un’opposizione becera e sgangherata, potrebbe permettersi di dare un dispiacere agli ambientalisti e ai verdi, contrastando il suo stesso ministro per l’Ambiente, per esaudire la petizione del governatore e della sindaca. Non a caso Russell Coutts, l’invincibile timoniere neozelandese di Alinghi, venuto a Napoli e a Capri per visionare l’eventuale campo di regata della prossima coppa America, si è detto entusiasta del golfo e dei suoi venti, ma molto preoccupato dei Verdi, la cui opposizione potrebbe pregiudicare la candidatura di Napoli, e quindi di Bagnoli, quale sede della prestigiosa regata. Se un uomo proveniente dagli antipodi, ancorché brillante timoniere di barche a vela, ha capito tutto dei nostri problemi, è chiaro che la petizione di Bassolino non potrà sortire altro effetto che quello di fare un po’ di pubblicità al governatore. Peccato che l’epoca dei miracoli e dei “rinascimenti” sia finita. Ci servono fatti e non chiacchiere, per Bagnoli come per Napoli. Solo così potremo forse un giorno rinascere veramente.