Estate 1995. A Roma scoppia una polemica provocata involontariamente dal sindaco Rutelli, che, credendo di fare una mossa magnanima, propone di intitolare una piazza della capitale al “fascista” Bottai. Bassolino a Napoli sarebbe capace di fare altrettanto?
Caro Direttore,
è tanto tempo che non ti scrivo che mi sento quasi in colpa nei tuoi riguardi. Devi sapere però che alcuni impegni di lavoro mi hanno costretto a trascorrere a Roma qualche settimana.
Respirare l’aria della capitale mi ha fatto bene: spesso allontanarsi dall'atmosfera un po' greve del proprio ambiente abituale, dai pettegolezzi, dalle piccinerie quotidiane consente di giudicare più serenamente, come quando si ammira un panorama dall'alto di una montagna e si vedono solo i paesi e le case, ma non la spazzatura e il disordine delle strade. E poi Roma è certamente una città più facile da vivere della nostra amata e talvolta, purtroppo, odiata Napoli. Lì i servizi funzionano meglio, il traffico è massiccio ma ordinato, le strade sono di una pulizia superiore alla media e poi -beati loro!- non hanno Bassolino per Sindaco. Sì, perché Rutelli sarà pure di sinistra, ma almeno sembra stia facendo qualcosa di buono, a differenza del nostro, la cui specialità consiste nel presenziare a manifestazioni che gli possano dare pubblicità. In verità molti amici romani mi giudicano troppo buono nei riguardi del loro Sindaco, facendomi esattamente gli stessi discorsi che io faccio a chi mi chiede se è vero che Napoli è migliorata con la nuova giunta. Facendomi un esame di coscienza, devo dire che le mie simpatie per Rutelli sono estremamente recenti ed hanno un motivo ben preciso: la sua decisione di intitolare una piazza di Roma a Bottai. Quale incredibile campione di democrazia! Egli ammira talmente il nemico redento da volergli offrire forse la massima onorificenza che si possa concedere a un defunto: dare il suo nome ad una piazza della capitale! Bassolino avrebbe mai fatto una cosa simile? Certo che no. Lui è soltanto bravissimo a millantare, a presenziare, ad aprire i portoni altrui, a tagliare nastri tricolori provvidenzialmente allestiti da altri, ma non sa arrivare al cuore dei semplici come me. Qualità quest'ultima molto importante, ove si consideri che in una città come Roma i semplici rappresentano forse quell'un per cento che a suo tempo separò la vittoria di Rutelli dalla sconfitta di Fini. Un colpo magistrale, caro Sindaco Rutelli! Peccato che i tuoi amici ebrei (cui devi molto per la tua elezione) ti abbiano guastato questo bellissimo castello di sabbia. Lo hai detto tu stesso: gli ebrei hanno un"'ostinazione morale" contro Bottai e contro gli altri fascisti, anche se pentiti. Questo è vero naturalmente se il pentito si è nobilmente ritirato a macerare la propria coscienza nell'ombra e nel volontario esilio. Se invece il pentito, con italica allegria, è subito saltato sul carro del vincitore, ha ricevuto onori e gloria nel nuovo regime, contro di lui non c'è, tanto meno oggi, nessuna "ostinazione morale". Sei stato proprio tu a dire questo, Rutelli, te ne devo dare atto. E mi hai stupito per la seconda volta. Caro Direttore, perdonami lo sfogo, ma credo che a Roma siano più fortunati di noi! Pensa se un giorno dovessimo dedicare una strada al Sindaco tanto benemerito. Che cosa ti suona meglio: viale Rutelli o piazza Bassolino?