Dopo l’estate 1966, la ripresa autunnale viene allietata dalle prime notizie di un possibile ritorno dei reali di casa Savoia in Italia. Il sindaco Bassolino, con rapidità felina, si offre di dare il benvenuto a Napoli al principe Vittorio Emanuele.
Caro Direttore,
non credo ai miei occhi! Stamattina, sfogliando i giornali, mi è capitato di vedere su “La Repubblica” un articolo su due colonne in cui il nostro amato sindaco Bassolino proclama: «Saluterò io Vittorio Emanuele». E pensare che il simpatico giornalone, che, come sai, è uno dei primi e più autorevoli tromboni dell’allegra fanfara che accompagna con giubilo ed ammirazione le azioni e le inazioni del nostro (purtroppo) primo cittadino, ha addirittura messo l'articolo nelle pagine nazionali, invece che nella cronaca di Napoli. Segno che alla notizia si vuole dare un risalto extracittadino e - perché no? - internazionale ed in modo che l'ultimo erede al trono della nostra ex-casa reale sappia che qui c'è pronto a riceverlo un personaggio che, se proprio non è un principe reale, è certamente il più degno rappresentante della nuova Napoli.
Della Napoli che (e qui cito le parole di Bassolino) "ha superato il terzo dopoguerra e che si è salvata dal marciume di Tangentopoli..." E prosegue poi il Sindaco illuminato, offrendosi di accompagnare Vittorio Emanuele a mangiare la pizza, assaggiata pure da Clinton durante il G7, che porta il nome della Regina (Incredibile! Anche il giornalone usa la lettera maiuscola!) Margherita, sua bisnonna. E poi gli farà visitare il Palazzo Reale, dove il principe trascorse la sua infanzia, e perfino Villa Rosebery, che però, avverte prudentemente il redattore, oggi è residenza del Presidente della Repubblica.
Seguono poi alcune gioiose considerazioni, nella migliore tradizione del citato giornalone, sul ritorno positivo, pari a quello del G7, di cui beneficerà Napoli per la visita dei Savoia. Da ciò non potrà che scaturire nuova gloria per il già glorioso Sindaco, che sta per farsi prestare 200 milioni di dollari negli USA (sotto forma di BOC), per acquistare 700 autobus, e che ha raddrizzato la disastrosa situazione patrimoniale e debitoria del comune di Napoli con la "vigorosa ristrutturazione finanziaria intrapresa dalla nuova amministrazione". E tutto ciò ha fruttato - udite udite! - alla nostra povera sfortunata disastrata città niente di meno che la promozione con voto Al della terribile agenzia Moody's, che ha turbato e continua a turbare con i suoi giudizi i sonni di ben altri amministratori ed economisti.
Mi piacerebbe sentire, oltre a quello di Moody's, anche il parere della lunghissima schiera di imprenditori napoletani che sono falliti per aver lavorato per il Comune. Sì, perché Bassolino ha inventato un sistema infallibile per risanare il bilancio: semplicemente non ha pagato i debiti, pur continuando a farne altri. Bravissimi i nuovi amministratori: la loro "vigorosa ristrutturazione" ha sanato il bilancio del Comune, distruggendo però quello delle aziende che avevano commesso l' ingenuità di vincere appalti e di onorare commesse per il Comune stesso.
Mi rendo però conto che sono io a sbagliare: in fondo Bassolino è veramente grande! Solo chi ha la stoffa ed il piglio di un sovrano può permettersi di cancellare i propri debiti con un tratto di penna o di triplicarsi lo stipendio personale, perché tutto ciò che un sovrano fa, lo fa per il bene comune. E per lo meno Napoli sta avendo il bene di essere esaltata dalla stampa di regime, che, nella sua faziosità, non è mai stata tenera con il Sud.
Capisco anche perché Bassolino si sia candidato a ricevere Vittorio Emanuele. Un principe reale non può che essere ricevuto da un personaggio del suo stesso rango. Purtroppo in Italia non disponiamo che di un Presidente della Repubblica, ma a Napoli siamo messi meglio: abbiamo di nuovo il re! Sì, perché a Napoli, il degrado ha origini lontane e tanta gente ha imparato a convivere con esso. Molti non hanno mai visto un mondo migliore se non nelle "Beverly Hills" televisive e si sentono appagati della servile soddisfazione che viene dal fatto che gli altri non ci considerino poi tanto male e che addirittura l'America sia disposta a prestare a noi - sì, proprio a noi - ben 200 milioni di dollari. C'è una plebe che pensa che Bassolino sia il nuovo re di Napoli e questa plebe trova la propria voce nel conformismo e nella faziosità della stampa di regime.
Ma adesso, Direttore, permettimi di rivolgere un appello direttamente al Sindaco.
Bassolino, la tua furbizia è tale che mi sei quasi simpatico. Perciò voglio darti un consiglio! Tu scendi da Afragola e tante cose non le sai. Napoli ha visto passare tanti re, quasi nessuno napoletano; tanti ne ha esaltati, altrettanti ne ha deposti, in un modo o nell'altro. Hai mai sentito parlare, giusto per citare qualche nome a caso, di Tommaso Aniello da Amalfi, Gioacchino Murat, Achille Lauro, Diego Armando Maradona? Tutti traditi dalla stessa plebe che li aveva innalzati.
Dammi retta! Te lo dico ora che pensi di essere sulla cresta dell'onda: Napoli non è per te! E' una città difficile, come un animale ferito. Ha bisogno di ben altro che le chiacchiere tue e di quelli che ti tengono bordone, per risorgere dal degrado e dalla indegnità in cui oggi si dibatte. Tu hai scelto di "apparire" invece di "fare"; questo può andar bene per invogliare qualche turista in più, ed è già qualcosa. Ma la plebe che oggi ti ha eletto a suo re ha bisogno di ben altro: di case decenti, di strade pulite, di piazze vivibili, di un lavoro vero. Napoli non vuole elemosine né benevola comprensione. Napoli rivuole la sua dignità.
Non è cosa per te, Bassolino. Lascia perdere!