(Attualità del 17 gennaio 2011)
Poiché i paragoni sono antipatici, questo è un pezzo antipatico.
Premessa: non credo che Berlusconi, ultrasettantenne e operato di prostata, possa ingallare chicchessia; se i magistrati di Milano riuscissero a dimostrarlo, griderei al miracolo e sarei non solo felice per il premier, ma la mia stima nei suoi confronti crescerebbe a dismisura.
Detto questo, credo che la rossa (per i capelli tinti e per il resto) Bocassini ed i suoi compari stiano facendo egregiamente il proprio dovere. Peccato soltanto che il loro zelo su una questione che stimo meno di zero (e per di più squisitamente privata) serva solo a mettere i bastoni tra le ruote ad un governo che sta facendo cose egregie, come non si vedeva da anni, anzi da decenni. Anche se il paragone (eccone uno) con il precedente governo Prodi è improponibile: è come voler confrontare letame con diamanti. Dal letame, cioè Prodi, nascono i fiori, come diceva De André, ma a noi non servono; come si dice: "Non fiori, ma opere di bene".
Arriviamo adesso al primo paragone vero. I giudici di Milano sono bravissimi e zelantissimi; invece in Calabria un delinquente assassino mafioso (o della 'ndrangheta), di cui non ricordo né voglio ricordare il nome, condannato per i suoi delitti a soli ventiquattro anni per errore o buonismo dei giudici, esce dopo soli otto anni perché altri giudici hanno "dimenticato" di depositare una sentenza entro i termini e hanno lasciato che alcuni reati dell'assassino andassero in prescrizione.
Visto che paragone antipatico tra i giudici di Reggio Calabria e quelli di Milano? Ma, proprio per non cadere nella solita canzone del sud depresso e inefficiente, palla al piede di un nord efficientissimo e bravissimo, facciamo un altro antipatico paragone. Proprio oggi rispunta dal nulla o dal Brasile (che pare sia il paese più gradito a una certa razza di farabutti) il pluriomicida assassino Achille Lollo, che nel 1975, mi sembra, bruciò vivi due ragazzini nella loro casa nel quartiere di Primavalle a Roma, casa che lo stesso assassino incendiò mentre gli occupanti dormivano. Gli occupanti avevano la grave colpa di essere la famiglia Mattei, cioè la famiglia del responsabile della locale sede del MSI e, giustamente, secondo il leader di potere operaio Lollo, non erano degni di vivere. Bene, il vigliacco assassino non ha mai fatto un giorno di galera per questo delitto ed il reato è andato tranquillamente in prescrizione. Inoltre tre complici del misfatto, espressamente chiamati in causa dallo stesso Lollo, non sono stati nemmeno indagati e non hanno mai, dico mai, ricevuto nemmeno un avviso di garanzia. In questo caso i giudici romani non hanno fatto proprio niente, mentre a Reggio Calabria hanno fatto poco e a Milano molto, anzi troppo.
Antipatico il paragone, vero?
17 gennaio 2011.
Paolino Vitolo
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