Basta con i sogni. Riprendiamoci il futuro
(HERMES di febbraio 2013)
Poco più di due mesi fa, precisamente il 10 dicembre 2012, scrissi un articolo intitolato "Sogni", apparso come editoriale sul numero di Hermes di fine anno. In quell'epoca (uso questa parola perché quei giorni sembrano lontanissimi) la politica italiana sembrava cristallizzata e, secondo il parere dei più autorevoli opinionisti, consolidata in uno stato "politicamente corretto".
Il centrosinistra e la sua massima espressione, il Partito Democratico, dopo la splendida rappresentazione mediatica delle primarie, con tanto di sceneggiata del simpatico Matteo Renzi, rottamatore prima e figliuol prodigo dopo, si preparava a raccogliere i frutti delle opere e delle azioni delle sue variegate e numerose truppe d'assalto, dai giornaloni allineati ai magistrati impegnati, dai comici intelligenti ai conduttori televisivi omologati.
Il presidente del Consiglio in carica Mario Monti, dall'alto della sua sobrietà, si godeva il successo e i peana dei mezzi di informazione di cui sopra e affermava (anche se oggi non se lo ricorda più nessuno) di non vedere l'ora di terminare il suo mandato, per poter tornare ai suoi studi di economia e alla sua amata università Bocconi. ...Evoluzione del turismo
(HERMES di luglio 2013)
Per poter parlare di evoluzione, cioè di passato e di futuro, è buona norma partire al passato. Il turismo a Palinuro ha vissuto una lunga preistoria, terminata poco più di sessant’anni fa, negli anni 50 del secolo scorso. La preistoria non conobbe turismo, se si escludono le sporadiche escursioni di pochi temerari fra i viaggiatori del “grand tour”, che osarono spingersi a sud dei templi di Paestum, vere colonne d’Ercole di una terra selvaggia e inesplorata, che neanche i feudatari amavano visitare, preferendo affidare la gestione dei propri latifondi a loro lontani vassalli. Fra i “temerari”, come li ho definiti, mi piace ricordare John Strutt, pittore inglese di soli diciannove anni, che, forte dell’incoscienza della sua età, insieme con un amico attraversò il Cilento a piedi per poi recarsi in Sicilia. Tra le sue memorie, che scrisse a Londra al ritorno dal viaggio, spicca la visita della torre del telegrafo di Ascea, che allora (nell’anno 1828) era perfettamente funzionante, tanto che l’addetto alla manovra del telegrafo meccanico mostrò con fierezza come un messaggio impiegasse appena venti minuti per arrivare a Napoli e tornare. ...