Paolino Vitolo, consulente informatico, webmaster, ITC 	consultant, giornalista, scrittore.Ambientalismo selvaggio
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(Quaderni ECOART - estate 2000)

Gennaio 2000. Cambia l’anno, cambia il secolo, cambia il millennio, ma, a dimostrazione che invece nulla è cambiato, l’ennesimo disastro ecologico colpisce le coste della Bretagna. Questa volta è stata una petroliera, una vecchia carretta, che non ha resistito agli assalti del mare in burrasca e si è spezzata in due, riversando in acqua il suo carico di oli pesanti e di porcherie varie. La petroliera infatti trasportava tra l’altro un ingente carico di s.h.i.t., acronimo di strong horrible impossible tar, cioè, traducendo letteralmente dall’inglese, di catrame forte orribile impossibile. E per rendersi conto appieno della qualità di questo sottoprodotto dell’industria petrolifera, basti notare che la parola “shit” in inglese significa “merda”; non sterco, cacca o escremento, ma proprio “merda”.
Ma perché la vecchia carretta trasportava questa robaccia e dove era diretta la “shit” finita invece nelle acque della costa bretone? Un rapido esame delle carte e dei documenti di trasporto rivela che il prodotto era diretto in Italia, niente meno che alla centrale termoelettrica dell’ENEL di Piombino, dove – incredibile a dirsi - doveva essere usato come combustibile per le turbine destinate alla produzione della nostra pulitissima ed ecologicissima energia elettrica.
Magnifico! Anche se gli ambientalisti stranamente da questo orecchio non ci sentono, sapevamo che le centrali termoelettriche sono una fonte spaventosa di inquinamento, dato che, anche se alimentate con il più puro dei combustibili, in un sol giorno scaricano nell’aria più anidride carbonica di quella risparmiata in molti mesi di domeniche a piedi. Non pensavamo però che si potessero rendere ancora più inquinanti, bruciando un combustibile che, contenendo tra l’altro una grande quantità di zolfo, produce la ben più pericolosa anidride solforosa.
Purtroppo però questo passa il convento: a meno che non decidiamo di tornare alla stearica e alla posta a cavallo, dobbiamo sorbirci l’elettricità all’anidride carbonica, se ci va bene, solforosa, se ci va male. Perché, grazie alla forsennata campagna contro il nucleare di alcuni anni fa, si è deciso di rinunciare “per sempre” all’unica fonte di energia pulita oggi disponibile che, escludendo per forza di cose i gadget dell’energia eolica o fotovoltaica, è l’energia nucleare, come ben sa chiunque abbia un minimo di conoscenze tecniche. E la cosa più strana è che, mentre per molti referendum si è trovata la scappatoia per non rispettare la sacrosanta volontà popolare, per quello sul nucleare, impostato male e condotto peggio sull’onda dell’irrazionalità emotiva, si è voluto protervamente rispettare un verdetto pronunciato da un elettorato tecnicamente impreparato e proditoriamente pilotato da poteri occulti, i cui scopi sono talmente oscuri da lasciare ampio spazio alla malafede.
E così per soddisfare la nostra fame di energia, propria ovviamente di un paese industrializzato, siamo costretti a importare a caro prezzo energia elettrica prodotta ai nostri confini in centrali nucleari vecchie e insicure. E abbiamo imparato a nostre spese quali siano i rischi di una centrale nucleare obsoleta, specie se molto vicina: Chernobyl sembrava molto lontana, e in effetti lo era, ma i suoi effetti devastanti si sono sentiti – e come si sono sentiti! – anche da noi. Quindi, grazie sempre alla lungimiranza dei nostri ecologisti, siamo costretti a subire l’inquinamento altrui, pagando profumatamente quello che avremmo prodotto comodamente in casa nostra con impianti nucleari moderni e sicuri. Sì, perché, a differenza delle altre fonti di energia economicamente sfruttabile, quella nucleare è intrinsecamente pulita; il pericolo di inquinamento deriva solo da eventuali guasti, il cui rischio può però essere ridotto a piacere, semplicemente utilizzando sistemi di sicurezza più moderni e più sofisticati e, ovviamente, più costosi. Ma chi non sarebbe disposto a spendere di più per la propria sicurezza?
E poi siamo costretti a importare, anche qui a caro prezzo, combustibili fossili per alimentare le nostre centrali termoelettriche, che, a differenza di quelle nucleari, sono intrinsecamente inquinanti. E come se non bastasse, scopriamo che nelle nostre centrali bruciamo della roba che gli altri paesi civili buttano come rifiuti pericolosi, contribuendo a risolvere il problema dello smaltimento delle porcherie altrui, aggravando di contro i nostri problemi ambientali.
Però ci scaricheremo la coscienza con una bella campagna contro l’auto privata e - perché no? (è notizia dell’ultima ora) – contro gli inquinanti motorini. Così tutti saranno costretti a rottamare i loro vecchi mezzi e a comprare auto catalizzate e motorini verdi, e l’industria “che conta” potrà continuare a fare affari d’oro sulla nostra pelle.
Meditate, gente, meditate!

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