(Attualità del 23 luglio 2011)
Francamente non ricordavo più il nome di quel tizio, che dieci anni fa, durante il G8 di Genova, nella guerriglia urbana orchestrata da lui e dai suoi compagni, mentre tentava di uccidere dei suoi coetanei carabinieri, fu invece ucciso lui. Il nome, che non sto qui a ripetere (non vale nemmeno l'inchiostro virtuale del mio computer), ed anche l'episodio, me li ha fatti ricordare una dichiarazione del fresco sindaco di Milano Pisapia: 'un ragazzo che sognava un futuro migliore per il nostro Paese e per il mondo' (Corriere della Sera, 22/07/2011). Dichiarazione che mi ha lasciato quanto meno perplesso, e vi spiego perché.
Innanzi tutto, se il ragazzo non fosse morto, nessuno, nemmeno i suoi compagnucci e tutti quelli che si sbracciano a litigare su internet se lo ricorderebbero. Detto questo, ricordo a tutti un mio principio, che cerco di seguire anche quando faccio molta fatica a farlo, che è quello di rispettare le idee di tutti, anche se non le condivido e se sono contrarie o diametralmente opposte alle mie. Non rispetto però, anzi condanno le azioni che ritengo sbagliate. Il giovane di Genova aveva 23 anni e quindi era maggiorenne e vaccinato e quindi avrebbe dovuto sapere che, quando si va a menare le mani, le si può dare, ma si può anche prenderle. Nel suo caso egli è andato a uccidere, cioè a fare l'assassino, ma, purtroppo per lui, gli è andata male. Amen.
Questo vale per le azioni, che disprezzo. Per quanto riguarda le idee, mi sembra che Pisapia abbia capito tutto in proposito. Io gli chiedo lumi, perché da solo non ci arrivo. Forse il futuro migliore per il nostro Paese sarebbe senza carabinieri, visto che il "ragazzo", come Pisapia lo chiama, ne voleva ammazzare qualcuno a colpi di estintore in faccia? E i carabinieri sarebbero tanto dannosi, che addirittura tutto il mondo diventerebbe migliore senza di loro?
Domande retoriche, a cui credo che neanche Pisapia sia in grado di rispondere. Capisco però che forse il "ragazzo" si fece prendere la mano dagli eventi e che le sue azioni, che ebbero per lui un esito disastroso anzi letale, non corrispondevano alle sue idee. Che poi non sono tanto diverse dalle mie, anzi le condivido in pieno. Anch'io sogno un futuro migliore per il nostro Paese e per il mondo. Un futuro senza terroristi, senza assassini che vanno a seminare disordini nelle piazze coperti da passamontagna, senza farabutti che gli dedicano un'aula di Montecitorio, senza imbecilli che stanno ancora a commemorarli dopo dieci anni, senza vigliacchi che litigano come ossessi su internet perché di persona non sarebbero mai capaci di farlo.
Sarebbe un bel mondo, ma forse non ce lo meritiamo.
Paolino Vitolo