Paolino Vitolo, consulente informatico, webmaster, ITC 	consultant, giornalista, scrittore.Emergenza
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(Hermes di luglio 2011)

Rifiuti a Palinuro

 

Questa è un'estate strana, e non solo dal punto di vista meteorologico. L'anticiclone delle Azzorre ormai non c'è più. C'è qualcuno che se lo ricorda? Il tempo era bello con sole splendente, ma fresco, e la sera spesso ci voleva un golfino leggero. Arrivava a giugno, immancabilmente, e durava per tutto luglio. Ci dimenticavamo del freddo, ma non sudavamo per il caldo, e la pioggia semplicemente non c'era più. Ad agosto poi poteva capitare la settimana di gran caldo afoso, perché l'anticiclone africano allungava la sua lingua infuocata dal deserto del Sahara e scacciava il suo cugino delle isole atlantiche. Avevamo una bella estate ed avevamo delle certezze. Che ora non abbiamo più.
In politica, per esempio, sapevamo benissimo che, come in tutte le cose, c'erano i furbi e i disonesti, ma eravamo sicuri che non l'avrebbero fatta franca, perché la maggioranza dei politici, eletti da noi, erano persone per bene. A meno di qualche sbaglio, ovviamente. Oggi anche questa certezza è caduta, anzi, purtroppo, ne abbiamo un'altra: che tutti i politici, sempre eletti da noi e nonostante questo, siano convinti di essere persone speciali con diritti speciali e con privilegi inimmaginabili per la gente comune, cioè per i loro elettori. E così, nel momento in cui alla gente comune si chiedono ulteriori sacrifici per superare una crisi internazionale provocata da altri farabutti, convinti anch'essi di essere speciali, i nostri politici mostrano una grande coesione e unanimità (l'unica) nel non voler intaccare i loro privilegi inimmaginabili. E così, lentamente, impercettibilmente, la gente ha cominciato ad allontanarsi dalla politica, considerata a torto o a ragione un fatto privato di un'odiata "casta". E' accaduto per esempio alle ultime elezioni amministrative, dove sorprendentemente hanno vinto dei candidati a dir poco improbabili, perché semplicemente chi è andato a votare, pochi, l'ha fatto non a favore, ma "contro" qualcuno. L'esempio più eclatante è quello di Napoli, dove, pur di dare un segnale negativo al governo in carica, si è lasciato che diventasse sindaco della più impegnativa e difficile città d'Italia un personaggio come De Magistris, che definisco semplicemente incompetente, forse perché sono troppo buono o piuttosto perché la prudenza mi consiglia di non scrivere tutto quello che penso. E sempre per fare un dispetto a Berlusconi, si è votato SÃŒ ai quattro referendum di giugno, senza capire nemmeno per che cosa si votava, ma solo perché qualche capopopolo ha colto la palla al balzo e ha detto che, così facendo, si poteva dare una bella "spallata" al governo. Eppure il governo, nonostante le "sberle" e le "spallate" è rimasto solidamente in sella. Confesso che, pur avendo a suo tempo votato per la coalizione di centro-destra, cominciavo ad essere un po' preoccupato per il comportamento del premier e per la scarsa incisività del governo stesso. Fermo restando che sono tuttora convinto che chiunque in casa propria possa andare a letto con chi vuole e fare tutte le feste che vuole, l'ingenuità del Presidente del Consiglio, che continuava a mettere in piazza la sua vita privata, con gaffe continue ed errori politici da principiante, mi aveva leggermente sconcertato. Di conseguenza le batoste di giugno mi hanno fatto piacere: erano un segnale forte che la gente, anche la più benevola, e anche gli elettori di centro destra si erano stancati di questa inerzia. Erano state promesse le riforme, tante inderogabili e indispensabili riforme, ma si continuava a offrire all'opposizione il destro di attaccarci, continuando a presentare le cosiddette leggine salva-premier, continuando a rimandare, con poche eccezioni, quello che invece era stato promesso a chiare lettere in campagna elettorale. Dopo le batoste di giugno mi ero convinto che la lezione, salutare come tutte le lezioni, avrebbe rimesso in moto una macchina inceppata e traballante. E invece non è stato così. Si potevano abolire le Province, ma si è dovuto aspettare che Di Pietro, con il suo improbabile partito, facesse la bella figura di presentare la proposta di legge. E una volta presentata la proposta, tutti indistintamente, maggioranza e opposizione hanno votato contro o si sono astenuti. Peccato! Sbaglio o l'abolizione dell'inutile e costoso istituto delle Province era uno degli obiettivi sbandierati in campagna elettorale? E, per cambiare argomento, nel momento in cui si è costretti a varare una manovra economica di quelle "lacrime e sangue", non si sarebbe fatta più bella figura se si fosse abolito qualche privilegio della casta, qualche auto blu, qualche portaborse, qualche aereo di stato, qualche abbonamento gratuito permanente alle FS, qualche telefonino, qualche pensione d'oro, e così via?
Quest'estate è strana, non solo in Italia, ma anche nel nostro piccolo paese Centola – Palinuro. Perdonatemi! Ho usato volutamente una dizione sbagliata: siamo a Centola e Palinuro non c'entra niente. Palinuro è soltanto una frazione, come Foria, come San Nicola, come Sanseverino (in ordine alfabetico, così non si offende nessuno). Peccato che all'estero, fin dai tempi mitici del Club Mediterranée, conoscano solo Palinuro. Era questo il senso del referendum fallito dello scorso giugno, ma molti, la maggioranza, non hanno voluto capire. Si è pensato al proprio piccolo orticello, o piuttosto ci si è infischiati di una cosa ritenuta senza importanza da chi però non sa guardare al di là del proprio naso. Io invece guardo al di là e perciò vi comunico il mio nuovo indirizzo ufficiale, in vigore dalla data del referendum fallito: Paolino Vitolo, via San Paolo 10, 84051 PALINURO (SA). Centola non c'è, ma la posta arriva tranquillamente lo stesso; non si dispiacciano i miei amici centolesi, che apprezzo e stimo. Ma so bene che quelli che apprezzo e stimo non si preoccupano di queste quisquilie (per dirla alla Totò).
E che dire della nostra amministrazione? Quando fu eletta, appena quattro anni fa, io intitolai un mio editoriale "ABBIAMO SPERANZA". Era ovviamente un gioco di parole sul nome del Sindaco, ma non del tutto. Avevamo speranza che le cose potessero cambiare, dopo quindici anni di letargo della precedente amministrazione, ma devo ammettere che non tutto è andato per il verso giusto. Anche qui, nel nostro paese come nel governo nazionale, alcune promesse elettorali non sono state mantenute. Che ne è stato della ristrutturazione dell'Ufficio Tecnico Comunale? Intendiamoci, non per antipatia nei riguardi degli attuali componenti, che stimiamo e apprezziamo, ma per risolvere e sbloccare delle situazioni incancrenite da anni. Io,per esempio, ho due domande di condono edilizio degli anni '80 del secolo scorso, che sono ancora là, dopo trent'anni, in attesa di una soluzione. Capisco benissimo che dall'esterno sembra tutto facile e che quando si entra nel merito ci si invischia in pastoie burocratiche di enti farraginosi come la famigerata Sovrintendenza alle Opere Pubbliche, o il Parco o chi per esso. Ma che dire del piano spiaggia, delle regole attuative del Piano Regolatore, del famoso articolo 68 e della miriade di problemi che si stenta a risolvere? Ripeto, è facile criticare, ma forse una scelta più oculata dei collaboratori, avrebbe aiutato a risolvere qualche problema in più.
E veniamo infine alla questione principe di quest'estate: la "monnezza". Sembrerà strano, ma proprio oggi che tutti danno addosso all'amministrazione in carica, io preferirei essere più cauto. Per prima cosa colgo l'occasione per chiedere scusa ai politici dell'opposizione, che erano in carica precedentemente, per le foto della spazzatura che pubblicai su Hermes quattro anni fa. Non chiedo scusa per le foto in sé, che erano maledettamente vere, ma per aver addossato tutta la colpa a loro. Le colpe, infatti, non sono mai di uno solo, ma spesso molti fattori concorrono quando si verifica un problema. Nella situazione attuale, infatti, guardando le cose dall'interno, si vede che i guai spesso accadono senza che si possa individuare dei colpevoli precisi, ma a volte basta una leggerezza o una disattenzione del passato per provocare il "disastro" (tanto per citare un manifesto dell'opposizione apparso recentemente). Quando fu avviato il lodevole progetto della raccolta differenziata, forse non si tenne conto di alcuni particolari. Esprimo per prima cosa una mia idea personale, che mi viene dalla frequentazione di luoghi idilliaci e puliti come l'Alto Adige o l'Austria. Lì la raccolta differenziata si fa da tempo, i cittadini sono civilissimi e ligi alle regole, ma nessuna amministrazione locale si è mai sognata di fare la differenziata porta a porta. La "porta a porta" prevede che i cittadini, con molta attenzione e senso civico, depositino i loro rifiuti di un certo tipo davanti alle porte di casa, nel giorno giusto all'ora giusta e nel sacchetto giusto. Se tutto funziona a puntino (ma è un'utopia, specie nel nostro fantasioso sud), ci saranno alcuni minuti o ore del mattino in cui si vedranno dei sacchetti in attesa di essere prelevati. Poi la YELE passa e il paese resta pulitissimo fino al giorno dopo. L'utopia purtroppo esiste solo nel mondo dei sogni; e non c'è nemmeno in Alto Adige, dove invece i paesi hanno numerose isole ecologiche, dotate di cassoni di vario colore, dove i cittadini vanno a conferire i loro rifiuti quando vogliono. E potete star certi che metteranno il sacchetto giusto nel bidone di colore giusto. Questo comporta che non si vedranno MAI sacchetti per strada e il cittadino sarà comunque ben felice di fare i due passi per portare l'immondizia nell'isola ecologica più vicina, come fanno tanti civilissimi cittadini di Centola. Io stesso vado tutte le mattine a portare i miei sacchetti al depuratore di Colla a Palinuro. Capisco benissimo che questo non ci protegge dagli incivili, che non rispettano le regole, ma questi vanno stanati e puniti adeguatamente. Tanto per capirci, ho corredato questo articolo con due foto: la prima mostra il punto raccolta vetro di via San Paolo a Palinuro, che viene interpretato come punto di aggregazione per immondizia di tutti i tipi. Tenete conto che la foto è stata scattata il 20 luglio alle 18,26, ben al di fuori dell'eventuale raccolta porta a porta. La seconda foto invece, scattata più o meno nella stessa ora della precedente, mostra un divano, una rete di letto, una stufa, un materasso ed altri oggetti non identificati che qualche bestia, presumo purtroppo mio vicino di casa, ha depositato tempo fa nel viale d'ingresso del parco San Paolo a Palinuro. Quella roba è evidentemente l'emblema personale della bestia di cui sopra: peccato solo che, da dove l'ha messa, sembri piuttosto l'emblema del parco San Paolo.
Veniamo ora a un problema più serio: la raccolta differenziata, checché ne dica il "genio" De Magistris, neo sindaco di Napoli, richiede dei siti di trasferenza e infine dei termovalorizzatori che brucino il residuo finale inutilizzabile altrimenti. Nel nostro caso il sito di trasferenza provinciale di Battipaglia è stato bloccato proprio dalla monnezza di De Magistris e quindi i camion della Yele sono rimasti fermi per ore anzi per giorni. Il sito di stoccaggio intermedio di Foria è chiuso da molto tempo e quindi ci siamo trovati nella situazione di emergenza da cui solo oggi cominciamo lentamente a uscire. Se a questo aggiungiamo la cronica mancanza di fondi, provocata dai morosi storici della TARSU, che ha condotto allo sciopero dei dipendenti della YELE, in arretrato sugli stipendi da sette mesi, abbiamo la ricetta completa del "disastro". Le colpe dell'amministrazione non sono certo trascurabili, ma sono molto meno gravi di quanto, per comprensibili motivi politici, le opposizioni vanno sbandierando. A mio modesto parere si doveva puntare su due punti fondamentali: 1 – Creazione di un nuovo sito di stoccaggio; 2 – Ingiunzione di pagamento, con tutti i mezzi consentiti dalla legge, ai grandi morosi storici, che, operando soprattutto nel campo turistico, dimostrano non solo scarso senso civico, ma anche scarso senso pratico, se è vero come è vero che i rifiuti danneggiano enormemente il turismo. Entrambi i punti che ho citato sono stati affrontati nell'ultima riunione del consiglio comunale, alla quale abbiamo dedicato ampio spazio in questo numero, ma purtroppo oggi è tardi, maledettamente tardi. Bisognava pensarci prima, prima che arrivassero i turisti e rimanessero stupiti e increduli di fronte a spettacoli da terzo modo; prima che arrivasse il caldo e che la situazione igienica diventasse oggettivamente pericolosa. Al punto in cui siamo, chiedere le dimissioni dell'amministrazione in carica può essere solo una suggestiva soluzione politica, ma precipiterebbe il paese nello sfacelo. Oggi che siamo in piena emergenza, la politica deve essere messa da parte e bisogna lavorare tutti, uniti, per salvare il nostro paese. Non credo che un commissario governativo saprebbe risolvere i problemi meglio di quanto possiamo fare noi stessi, se mettiamo da parte i contrasti ed uniamo le nostre forze per il bene comune, rimandando le dispute a dopo l'emergenza. Credo che ora come ora non serva cercare il colpevole, ma serva trovare soluzioni. E, da inguaribile ottimista, sono certo che ce la faremo.

Paolino Vitolo


Rifiuti a Palinuro


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