(HERMES on line - 12 luglio 2018)
Poco più di un anno fa, su iniziativa di un cittadino di Palinuro, Sergio de Rosa, e di altri volenterosi, tra cui il sottoscritto, nacque la Delegazione di Palinuro della Lega Navale Italiana. Penso sia inutile ricordare che cosa sia la Lega Navale Italiana; penso sia più facile dire che cosa essa non è. Non è un circolo nautico, non è un club, non è un’associazione culturale e nemmeno marinara. Essa è un Ente di Stato preposto a servizio di pubblico interesse sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica. Fu fondata a La Spezia nel lontano 1897, per promuovere l’amore per il mare e per le attività marinaresche nell’ancor giovane Italia di allora.
Dopo un solo anno dalla sua nascita, la Delegazione di Palinuro vanta ben 65 (sessantacinque!) iscritti e possiede già ben 13 (tredici!) barche scuola per insegnare l’arte della vela ai giovani ed anche ai meno giovani. Barche acquistate senza alcun contributo esterno, ma unicamente con le rimesse e le quote associative degli iscritti.
Peccato che la Delegazione di Palinuro non abbia ancora una sede e non abbia neanche uno straccio di approdo o un pezzetto di spiaggia dove sistemare le suddette barche, per poter iniziare le attività didattiche! Una burocrazia farraginosa e asfissiante lo ha finora impedito. Peccato che la stessa burocrazia non sia stata capace di bloccare o almeno rallentare la mostruosa invasione di lidi e stabilimenti balneari, che incredibilmente occupano persino la spiaggia del porto di Palinuro, in barba ad un preciso articolo del Codice della Navigazione, che recita pressappoco così: “è vietata la balneazione in prossimità delle installazioni portuali”!
Ma, nonostante le oggettive difficoltà, la Delegazione di Palinuro della Lega Navale Italiana qualche bel risultato lo ha già raggiunto, proprio in linea con la missione dell’ente. Mi riferisco in particolare alla visita della nave scuola Palinuro, che, grazie al lavoro della LNI, ed specialmente del Presidente della Delegazione, Sergio de Rosa, ha sostato in rada di fronte al porto di Palinuro dalle 8 alle 20 di giovedì 12 maggio 2018. E la risposta entusiastica della popolazione non si è fatta attendere: in quelle dodici ore scarse più di un migliaio di cittadini hanno visitato la nave, accompagnati a bordo dal perfetto servizio di traghetto offerto dalla Cooperativa Porto e da altri operatori turistici autorizzati.
Questa, soprattutto per il sottoscritto, è stata veramente una giornata particolare. Ho avuto infatti il piacere di accompagnare un gruppo di ufficiali e graduati, scelti fra gli ottantacinque membri dell’equipaggio della Palinuro, in una gita tra le bellezze di capo Palinuro, sul gommone di un socio della Lega Navale, Emilio Pepoli. Un altro socio, Felice Merola, ci ha ospitati a colazione alla spiaggia del Buondormire ed altri soci, come Toni Panetta e Fedele Serva, ci hanno accompagnati. Dopo l’ottimo pranzo a base di pesce e specialità locali, molto apprezzate dai marinai, provenienti da varie città di mare di tutta Italia, siamo tornati verso il porto, fermandoci in due tappe fondamentali: bagno nella grotta Sulfurea della cala Fetente e bagno nella grotta Azzurra. E infine, ormai diventati tutti amici, accomunati dal mare, che come sempre ha il meraviglioso potere di avvicinare i popoli ed anche le persone, siamo rientrati in porto, cantando a squarciagola vecchie canzoni napoletane. Qui, dopo esserci rivestiti in fretta (si fa per dire: è bastata una maglietta) abbiamo salutato il comandante della Capitaneria, Giampaolo Arcangeli, incidentalmente anch’egli socio della Lega Navale Italiana, Delegazione di Palinuro.
I marinai della Palinuro, accompagnati dal pulmino della Cooperativa Porto, sono saliti al centro del paese, che non conoscevano. Noi invece, dopo una breve sosta, abbiamo accolto a bordo del gommone una nostra vecchia conoscenza, la giornalista Carmela Santi, che lavora per alcune televisioni e radio locali, e finalmente siamo andati sulla nave Palinuro. Qui per prima cosa abbiamo avuto il piacere di conoscere il comandante della nave, Giuseppe Valentini, che ci ha accolti personalmente a bordo.
Anche se avevo già visitato la nave in altre occasioni, pure questa volta salire a bordo della Palinuro è stata un’esperienza emozionante. Sui ponti della nave c’era tanta gente e le barche degli operatori turistici andavano e venivano per trasportare altri cittadini, che davano il cambio a chi, terminata la visita, si avviava a ritornare in porto. Tutti sembravano felici ed entusiasti e soprattutto i bambini, numerosissimi, erano eccitati per trovarsi su un veliero dal sapore antico, che a loro doveva sembrare una vera nave di pirati.
Il tempo sulla Palinuro passa in fretta: tra un’intervista con Carmela Santi ed un ottimo caffè nel quadrato degli ufficiali, caffè offerto e preparato personalmente da un tenente di vascello che ci aveva accompagnato nella gita in gommone, mi accorgo con stupore che il sole volge già al tramonto. Sono passate quasi due ore da quando siamo saliti a bordo e ormai è tempo di lasciare nave Palinuro: alle 20 essa dovrà salpare alla volta di Maiori, nella costiera amalfitana. Salutiamo i nuovi amici e tutti, sia io che loro, siamo sinceramente commossi. Ci promettiamo di rivederci ancora, anche se forse questo non succederà. Però almeno, visto che siamo nell’era di internet, ci scambiamo qualche numero di cellulare, così potremo inviarci foto e messaggi su WhatsApp.
Però, al di là dell’intangibilità di internet, al di là di un ricordo bellissimo, ma destinato fatalmente ad affievolirsi nel tempo, di questa splendida e particolare giornata mi rimane un ricordo concreto. Anche se non sembra, sono piuttosto timido e la “faccia tosta” non è il mio forte. Ma in questo frangente, forse eccitato dal sole che implacabilmente ha allietato tutta la giornata, faccio la faccia tosta e chiedo ai miei nuovi amici un regalo: un fischietto da nostromo. Sì, avete capito bene, proprio quello che nei film accompagna l’ingresso a bordo del capitano o dell’ammiraglio. Mi eserciterò a suonarlo di nascosto e a modulare i vari toni, che sanciscono i diversi momenti della vita di bordo, e rimarrà per sempre un ricordo tangibile di questa giornata particolare.
Paolino Vitolo