(IL MONITORE - febbraio 2002)
Dopo ben 55 anni e rotti, la disposizione “transitoria” della Costituzione Italiana, che condanna all’esilio gli ex re di casa Savoia e tutti i loro eredi maschi, sta, forse, per essere abrogata. Bell’esempio di transitorietà e, soprattutto, bell’esempio di legge medioevale, anzi da Vecchio Testamento, che sancisce che le colpe dei padri ricadano non solo sui figli, ma su tutte le successive generazioni. Certo i Savoia ebbero le loro colpe (chi non ne ebbe in quel periodo?), anche se altri si macchiarono di delitti ben più gravi e la fecero franca o, meglio, divennero ministri della nuova Repubblica, come il compagno Ercoli, al secolo Togliatti, che dalla Russia, dove svernava in qualità di disertore e di traditore, incitava i propri compagni sovietici ad uccidere i soldati italiani e a riservare a ciascuno di loro due metri della sacra terra russa. Certo, per i microbi come Ercoli e i suoi compagni, i Savoia commisero l’imperdonabile delitto di non aver saputo contrastare l’avvento del Fascismo, ma, nonostante ciò, la pena dell’esilio non fu tanto commisurata alla presunta gravità della colpa, quanto alla paura, al terrore che il nuovo re Umberto II potesse stroncare sul nascere i disegni perversi che volevano consegnare l’Italia nelle mani del potere sovietico. Sappiamo tutti come andò: Umberto II perse, soprattutto grazie alle famose calcolatrici di Romiti (ricordato a ragione come il “piccolo padre della Repubblica”), ma l’Italia, grazie a Dio (o sarebbe meglio dire grazie agli Americani) si salvò per il rotto della cuffia, a stento e con fatica, ma si salvò.
Da allora è passato ben più di mezzo secolo, una vita, e la maggior parte degli attori di quei tragici avvenimenti non sono più di questo mondo. Persino i DS, eredi dei compagni del compagno Ercoli, hanno votato a favore (non si sono astenuti – badate bene!) del cosiddetto rientro dei Savoia. Da veri uomini di mondo, hanno capito che la severità della norma transitoria, nel contesto attuale, quando ormai le passioni sono consegnate alla storia, sarebbe stata anacronistica e controproducente. In fondo, se escludiamo pochi nostalgici favorevoli o contrari, a chi può importare dove gli ex reali decidano di stabilire la propria residenza, dove recarsi in gita, quali salotti frequentare? Che tornino pure, se ci tengono tanto; che lascino pure la Svizzera per stabilirsi addirittura a Napoli! Buon divertimento e, soprattutto, auguri!
Il mondo è bello perché è vario e per questo l’Italia è addirittura più bella. Logico quindi che ci sia da noi chi vorrebbe che la norma transitoria della costituzione diventasse definitiva. Chi sono costoro? I compagni preistorici di Rifondazione Comunista e – udite, udite! – niente meno che i Verdi. Ma mentre le motivazioni dei primi sono abbastanza comprensibili (i Savoia non cacciarono i fascisti quasi un secolo fa), quelle dei Verdi sono piuttosto oscure. Pensano forse che Vittorio Emanuele e Marina Doria possano aumentare l’effetto serra o provocare un bel buco nell’ozono proprio sopra l’Italia o, peggio, sopra Napoli?