Paolino Vitolo, consulente informatico, webmaster, ITC 	consultant, giornalista, scrittore.Morire per pochi euro
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(IL MONITORE - gennaio 2004)

Napoli. Una comune serata di un comune giorno feriale. Veramente è un po’ tardi, anche se non tardissimo, ma comunque i giovani – si sa – oggi hanno altri orari. Un ragazzo poco più che ventenne, un bravo ragazzo, studente ed ex carabiniere, all’una e mezzo sta andando in macchina a prendere un amico a corso Umberto, cioè in pieno centro di Napoli. Arrivato sotto casa dell’amico, lo chiama col telefonino per dirgli di scendere, ma poi nota due figuri che gli si avvicinano con un motorino e decide di non fermarsi. Ordinaria amministrazione: i brutti incontri nella nostra città sono all’ordine del giorno, figuriamoci della notte! Che cosa vogliono i due figuri? Forse la macchina? Oppure i soldi? O forse il telefonino? Sì, avete indovinato: l’obiettivo è il telefonino. Si saprà infatti nei giorni successivi che il furto era stato commissionato per l’importo veramente misero di appena venti euro.
Episodi come questo di solito passano sotto silenzio; nessuno, nemmeno la polizia se ne preoccupa, tanto è vero che le vittime hanno praticamente rinunciato a denunciare i furti e gli scippi. Fare la denuncia è solo una perdita di tempo. Questa volta però l’ordinario episodio di una serata ordinaria in una città un po’ speciale non è passato sotto silenzio, perché purtroppo questa volta c’è scappato il morto. La vittima designata, infatti, invece di rassegnarsi a farsi rapinare, ha commesso il grave errore di tentare di fuggire ed i solerti ladri su commissione, per soli venti euro, non hanno esitato a sparare. Forse, anzi quasi certamente, non volevano uccidere, ma qualcosa è andato storto e il giovane bravo ragazzo poco più che ventenne ci ha rimesso le penne. I ladri sono stati persino arrestati, ma subito rilasciati per mancanza di prove, avendo dichiarato di aver preso il famoso telefonino dalla macchina del morto che si era schiantata contro un palo. Vale a dire sciacallaggio invece di omicidio. Proprio una bella storia: non c’è che dire!
Morale della favola: la nostra città è diventata lo zimbello del mondo civile. Che brutta fine per quello che ai tempi dell’intoccabile Bassolino era stato decantato e poi celebrato e poi ancora strombazzato come il “rinascimento napoletano”! Noi sapevamo già da allora che era tutto un bluff, ma – sinceramente – non avremmo voluto che il bluff fosse letto in maniera così drammatica e vergognosa. Questa è la città che dieci anni di amministrazione “illuminata” ci hanno consegnato; una città dove si uccide per venti euro, dove si può essere colpiti in qualsiasi momento da una pallottola vagante destinata a chissà chi, dove la sera è meglio non fermarsi ai semafori rossi, ma è preferibile scappare e rintanarsi a casa il più presto possibile, ammesso che i malviventi non ti seguano oltre il portone del palazzo per derubarti comodamente per le scale. Una città che di civile non ha più nulla, dove anche il senso civico non esiste più, dove ognuno tira a campare; una città che è sempre più “la carta sporca” della famosa canzone di Pino Daniele. Una città da cui vorremmo fuggire, ma che purtroppo, anche se dolorosamente, amiamo.


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