(IL MONITORE - ottobre 2005)
Da qualche tempo si parla molto, e spesso a sproposito, della legge elettorale, che la CdL, ora al governo, vorrebbe cambiare per favorire la sua vittoria alle prossime elezioni politiche di primavera 2006. Personalmente la disputa non ci coinvolge particolarmente, perché non siamo convinti che una modifica in senso proporzionale possa favorire uno dei due contendenti; pensiamo piuttosto che questo ritorno all’antico possa danneggiare il principio del bipolarismo, che avrebbe dovuto permettere all’Italia di rassomigliare un po’ più ad una vera democrazia, con la scomparsa dei partitini, dei ricattatori di professione, degli “aghi della bilancia” e di tutto il marciume che per cinquant’anni ci aveva semplicemente impedito non dico di cambiare, ma semplicemente di scegliere. Tutto ciò non è stato, a causa di un maggioritario imperfetto, che, permettendo alle coalizioni e non ai singoli partiti di presentarsi alle elezioni, ha spostato l’ignobile mercato alla fase preelettorale, facendo addirittura aumentare il numero dei partiti e degli elementi di disturbo summenzionati.
Quello invece che ci disturba e ci nausea è il mercato delle vacche messo in piedi, già molti mesi prima delle elezioni, dai suddetti microbi ed in particolare dall’UDEUR di Clemente Mastella. Il comportamento di quest’ultimo non ci stupisce: quello del voltagabbana è il suo sport preferito. Anni addietro contribuì alla caduta del primo governo Berlusconi ed anche (chi si ricorda più del signor Losco?) alla fine anticipata del governo dell’On. Rastrelli alla Regione Campania. Del resto la Campania, patria del signor Mastella, è madre feconda di quaglie saltatrici o, volendo usare un termine più chiaro, di traditori. Il sottoscritto era ancora bambino quando i cosiddetti “sette puttani”, di cui – grazie a Dio – si è perso anche il nome, passando dal Partito Monarchico alla DC fecero cadere il Sindaco Achille Lauro, regolarmente eletto, anche lui come gli altri, dal popolo e non da qualche cabala o inciucio di partiti. Oggi, invece, a causa dell’obiettiva sconfitta della CdL alle ultime regionali, molti parlamentari eletti nelle liste di destra (soprattutto di Forza Italia), temendo di perdere il ben retribuito posto in Parlamento, stanno migrando o, meglio, saltando dalla parte opposta. E il principale collettore di questi puttani (uso il maschile per non offendere le signore che praticano onestamente il mestiere più vecchio del modo) è proprio il succitato signor Mastella.
Evidentemente chi fa il salto non ha molta stima di se stesso. Sa benissimo che non è stato eletto per meriti personali, ma solo per effetto del meccanismo dei collegi uninominali: gli elettori di destra avrebbero eletto chiunque fosse stato messo al loro posto, anche una scimmia o il cavallo di Caligola. Quindi, nella disperata brama di conservare la comoda poltrona in Parlamento, sono disposti ad affrontare impavidamente qualunque vergogna. Crediamo che questo loro infame comportamento non darà i frutti da loro sperati. La logica e la morale vorrebbero così, perché gli elettori sono sdegnati e mai più voterebbero un voltagabbana. Resta però il fatto che questo comportamento anomalo e – oseremmo dire – delinquenziale, provoca delle storture nel lavoro del Parlamento nell’ultima fase della legislatura. I rapporti di forze, anche se di poco, sono cambiati e comunque non si fa la volontà degli elettori permettendo a questi figuri di occupare dei posti nei quali non erano stati eletti.
E allora – lo diciamo con rammarico – se una legge si doveva fare, era una che impedisse i salti della quaglia o almeno li rendesse meno dannosi. Chiunque può avere una crisi di coscienza e può sentirsi fuori posto nel partito in cui pure è stato eletto. In questo caso avrebbe il dovere di dimettersi, con tante scuse ai suoi elettori, per poi eventualmente presentarsi in un altro partito alle prossime elezioni. Ci sembra mostruoso che per costringere a comportarsi onestamente delle persone, cui pure abbiamo accordato la nostra fiducia, sia necessaria una legge. Una legge che purtroppo non c’è, anche perché pare non ci sia nessuno che abbia intenzione di proporla.
Ma in fondo è meglio così: i puttani non saranno rieletti e presto li dimenticheremo, come quei sette oscuri consiglieri comunali napoletani di tanto tempo fa.