(IL MONITORE - febbraio 2006 - pubblicato col titolo: “Un giudizio affrettato”)
Il presidente Ciampi ci è simpatico; d’altronde, come potrebbe non esserlo al confronto di certi suoi predecessori, autentici comunisti, che preferisco non nominare sia perché inutile (tutti hanno capito a chi alludo), sia per sicurezza (la libertà di stampa è ancora un’utopia, soprattutto quando si dicono verità scomode). Il presidente Ciampi – dicevo – ci è simpatico, così come la sua dolce consorte, perché veramente ha saputo abbandonare le sue posizioni di parte (tutti ne abbiamo: è inevitabile) ed ha interpretato perfettamente il ruolo imparziale, che sempre la suprema carica dello Stato dovrebbe avere, facendo riscoprire agli italiani valori ormai scomodi e antiquati, come il tricolore, l’inno di Mameli, il senso di appartenenza e – in una parola – la Patria.
Per i suddetti motivi abbiamo sempre seguito con piacere le interviste che il Presidente ha concesso ogni mattina di questo inizio d’anno, in abito informale, dalla terrazza di villa Rosebery a Napoli. Ci ha stupito, però, pur senza intaccare la simpatia e la stima che gli tributiamo, il suo giudizio sulla ricandidatura, decisa dopo molti tentennamenti, del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino. Ciampi ha detto una cosa giusta: chi si candida a sindaco di questa città è da ammirare, perché si accinge ad un compito che richiede un coraggio incommensurabile e che difficilmente potrà procurare consensi ed onori e nemmeno, purtroppo, la soddisfazione di aver completato il proprio lavoro. Siamo infatti convinti da tempo che per raddrizzare la “barca” napoletana siano necessari non uno, ma una lunga serie (diciamo generazioni) di amministratori onesti e disinteressati. Ahinoi!
Poi però il Presidente ci ha delusi. Evidentemente si è distratto, ma, ringraziando la Iervolino per il suo coraggio, si deve essere dimenticato che la gentile ineffabile signora ha già fatto il sindaco di Napoli e lo ha fatto malamente, facendo addirittura rimpiangere il suo predecessore Bassolino, che almeno con le sue chiacchiere ed i suoi giochi di prestigio ha fatto illudere un bel po’ di gente (non noi, naturalmente). In politica non sono concesse prove di appello: quando si è sbagliato non è lecito riprovare e quindi non ha senso – caro Presidente – applaudire un candidato che non ha superato la prova in passato e che certamente non farà meglio in futuro. Del resto, se la nostra fosse una città normale, simili assurdità sarebbero semplicemente stroncate dagli elettori. Ma Napoli purtroppo è tutto tranne che normale (lo ha dimostrato in secoli di storia) e quindi ogni previsione è vana.
In un’altra delle interviste di Posillipo, il presidente Ciampi, rivelandosi poco originale, ha anche detto che i napoletani sono intelligenti, anzi geniali. In questo omaggio egli ha semplicemente copiato i suoi predecessori, prodighi di lodi a buon mercato. Eppure, incredibilmente c’è stato chi ha avuto il farneticante coraggio di accusarlo di razzismo contro il nord. Siamo veramente sconcertati: invece di criticare la lode ad una persona, che pur avendo ampiamente dimostrato la sua inettitudine, ha il coraggio di ricandidarsi a sindaco di Napoli, si perde tempo con polemiche vuote e pretestuose sulla presunta superiorità intellettiva degli abitanti di questa o quella regione d’Italia. Poveri noi, anzi, povera Italia!