(IL MONITORE - maggio 2006 - pubblicato col titolo: "Il benservito è possibile")
Al momento in cui scrivo è in corso il controllo delle schede contestate delle elezioni politiche, che, al momento, sarebbero state vinte dall’Unione di Prodi. Uso il condizionale non per la mia conclamata passione politica (gli avversari la chiamino pure parzialità: va bene lo stesso), ma perché 25000 voti di scarto alla Camera dei Deputati su 40 milioni di votanti equivalgono al piccolissimo numero 0,000625, inferiore all’errore statistico minimo ammissibile (1,25 per mille = 0,00125) e quindi un controllo accurato è semplicemente doveroso. Non ritengo e non spero che il controllo delle circa 50000 schede contestate possa capovolgere il risultato sinora acquisito. Non lo ritengo perché non sono le schede contestate che bisognerebbe esaminare, ma il milione e mezzo circa di schede annullate, che sono state invece tranquillamente archiviate. Non lo spero, perché, sebbene sia sicuro che le schede annullate darebbero indubbiamente la vittoria alla CdL, sono certo che la sinistra, tradizionalmente dedita al broglio elettorale (sono sessant’anni che truccano i risultati, dove possono, ovviamente), scatenerebbe un tale putiferio da far rimpiangere i precedenti cinque anni di cagnara anti-Berlusconi. Pertanto preferisco fare una breve analisi del voto, il cui significato è estremamente positivo proprio per la Cdl, cioè per la parte che avrebbe perso. A ben giudicare, infatti, qualunque sia il responso finale dei controlli, la CdL ha vinto, anzi ha stravinto. Il Paese non è affatto a favore di Prodi, come volevano i poteri forti (termine abusato, ma efficace), ma ha dimostrato di saper giudicare con la propria testa. La CdL è risalita proprio in quelle regioni che sembravano ormai diventate un feudo della sinistra e perfino la Campania, tradizionalmente appannaggio di Bassolino, per poco non ha dato un brutto dispiacere a Prodi e compagni. Sì perché, nonostante che la Iervolino, sfacciatamente ricandidatasi a sindaco di Napoli, si bei della striminzita forbice dello 0,5%, dicendo che è la più alta fra tutte le regioni, la Campania è andata all’Unione solo per l’apporto della provincia di Napoli, che, pur se conquistata di misura, avendo una popolazione votante di gran lunga superiore a quella di tutte le altre province messe insieme, ha potuto determinare il risultato. Nella provincia di Salerno la CdL ha raggiunto un successo pari a circa il 65% e nelle altre (tranne Caserta al 50%) ha sempre superato il 55%.
Dopo tutto questo, che futuro ci aspetta?
Roseo, molto roseo. Per quanto riguarda l’Italia, ci sarà molto più facile governarla stando all’opposizione, rispetto a quanto potrà fare l’Unione, che, oltre ad avere una maggioranza risicata, è, più che un‘unione, un’accozzaglia di personaggi in disaccordo su tutto: non si sono ancora insediati e già hanno incominciato a litigare. Per quanto riguarda Napoli, il dato elettorale che ha visto Bassolino e i suoi accoliti scendere dal 70% di appena dieci mesi fa al misero 49,6% di oggi ci fa ben sperare per il futuro. Perciò, visto che manca appena un mese alle elezioni comunali di Napoli, mi sembra appropriato a questo punto parafrasare uno slogan di un manifesto comunista, che ha infestato i muri delle nostre città durante la campagna elettorale: VUOI VEDERE CHE NAPOLI CAMBIA DAVVERO? Vuoi vedere che, dopo tredici anni, la sinistra, con tutto il suo clientelismo, il marciume, i guasti, i disservizi, le menzogne e le prepotenze, se ne va finalmente a casa? Ce lo auguriamo con tutto il cuore: auguri Napoli!